Se leggete solo la prima, la più grande, vedete 1/10, se leggete fino alla 5° significa che leggete 5/10, se leggete l’ultima, la decima, vuol dire che vedete 10/10, con o senza occhiali. La decima riga è 10 volte più piccola della prima.
I vecchi ottotipi erano dei TABELLONI appesi al muro, in bianco e nero, che venivano letti dal paziente ad una distanza di 3 o 5 metri, mentre il medico indicava con il dito o una bacchetta la lettera o il simbolo da decifrare. Poi sono arrivati i tabelloni luminosi, incorniciati da una struttura di legno e retroilluminati dal neon, ma la visita si svolgeva nello stesso modo.
Poi ecco quelli a proiezione (come le diapositive), più completi ed evoluti, anche a colori.
Oggi si usano ottotipi a schermo LCD, come uno schermo della tv, comandati a distanza, molto più complessi e attrezzati, tecnologicamente avanzati e dotati di immagini che non solo quantificano il visus, cioè i decimi di vista, ma che sono in grado di determinare
- la sensibilità al contrasto
- la sensibilità all’abbagliamento
- la sensibilità all’adattamento
- la sensibilità alla visione notturna
- la tendenza a manifestare piccoli strabismi
- la capacità di distinguere le sfumature dei colori e di vedere le immagini in 3 dimensioni
- la sesnibilità a mettere in risalto gli astigmatismi ed eventuali macchie presenti nella visione centrale
- nonché di dare un supporto didattico, illustrando l’anatomia dell’occhio e la funzione visiva.
Tutte queste innovazioni sono anche correlate alle nuove disposizioni di legge in materia di test per la patente di guida. Si sono dimostrate comunque utili a rivelare deficit visivi prima trascurati e importanti per le nuove attività lavorative, che esigono sempre più efficienza visiva e comfort oculare.